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Corteo con la resistenza palestinese: Bergamo, 19 ottobre 2024

Palestina, Libano, DdL e… 19 ottobre manifestazione a Bergamo

 

Più di 40 MILA palestinesi uccisi,

1,9 MILIONI gli sfollati

Più di 95 MILA i feriti

Più del 60% degli edifici residenziali sono stati distrutti,

32 gli ospedali bombardati…. il crollo totale del sistema sanitario!

A fronte di tutto ciò l’attenzione mediatica e pratica non può finire, nemmeno un DdL (disegno di legge n° 1660) deve impedirci di rivendicare e sostenere la Resistenza Palestinese.

Il governo Meloni ha stilato il DdL cercando di applicarlo alla manifestazione del 5 ottobre a Roma, negandone l’autorizzazione e cercando di farla fallire tramite fermi, blocchi e manganelli.

La risposta c’è stata: contro ogni divieto più di 10 mila persone sono comunque scese in piazza.

L’indifferenza generale, se non ci opporremo allo Stato e alle sue leggi repressive, aiuterà a far passare il DdL che avrà ricadute in tutti gli ambiti della nostra vita (diritto di sciopero, lotta per la casa, per gli immigrati, per il contrasto al cambiamento climatico,…).

È necessario informarsi, parlare, unirsi e sostenere l’altrui e la nostra libertà!

Il popolo palestinese ci apre gli occhi.

A fianco del popolo palestinese fino alla vittoria e per il riconoscimento di tutti i suoi diritti, diritto alla autodeterminazione, diritto al ritorno dei profughi, diritto alla resistenza al suo occupante.

Partecipa alla Rete Bergamo per Palestina.

Partecipa e fai partecipare alla manifestazione del 19 ottobre a Bergamo!


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La questura vieta il presidio di solidarietà alla resistenza palestinese!

A seguito del divieto del presidio indetto per il 7 ottobre in solidarietà alla resistenza palestinese, riceviamo e pubblichiamo il testo della “Rete Bergamo per la Palestina”.

Scarica il comunicato in .pdf.

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Con la resistenza palestinese. Assemblea pubblica 9 ottobre

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Con la resistenza palestinese! Presidio e corteo a Bergamo

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Per la Palestina libera – Corteo nazionale il 5 ottobre a Roma

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Verso il conflitto mondiale: propaganda, censura e repressione di guerra

Riportiamo l’intervento di nostri compagni al presidio dell’11 luglio in solidarietà alla resistenza palestinese.
La resistenza non si arresta! Libertà per Anan, Ali e Mansour!

Ogni settimana che passa, l’umanità viene trascinata dai potenti che la governano un passo in avanti verso il baratro della guerra totale: l’autorizzazione a colpire in Russia con armi NATO e la minaccia di inviare soldati europei in Ucraina da una parte, la preparazione di un’invasione israeliana del Libano dall’altra, sono solo gli ultimi aggiornamenti dai fronti più caldi del conflitto globale. L’informazione di regime in questo contesto mette a frutto le tecniche di manipolazione inaugurate con l’emergenza pandemica, attraverso il duplice meccanismo del “terrorizza e rassicura”, mostrificazione del nemico e rassicurazione che “andrà tutto bene” purché si stringa l’elmetto e si obbedisca servilmente agli ordini imposti.

Quella dell’informazione è anzitutto una guerra contro la nostra coscienza, che mira ad arruolarci e intrupparci, in primo luogo tramite una progressiva assuefazione all’orrore. I mass-media sono parte integrante della macchina bellica e come tale vanno trattati, politici e giornalisti in primis.

Tuttavia la propaganda di guerra non sarebbe possibile in assenza di censura: bisogna dunque tappare la bocca a chi racconta verità scomode, a chi diffonde dubbi, tanto più a chi fa propaganda disfattista e antimilitarista contro lo Stato e il capitale.

Mentre la repressione affila le armi contro il nemico interno – con misure liberticide contro i blocchi stradali, il sindacalismo conflittuale e la detenzione nei riguardi di chi non abbassa la testa – aumentano a dismisura le spese per gli armamenti bellici e la formazione di corpi speciali per sedare le rivolte carcerarie e nei centri di permanenza e rimpatrio. È giusto di ieri la notizia di una rivolta nel carcere di Viterbo a seguito della morte di un detenuto, con i torturatori delle forze repressive che hanno bloccato tutta l’area circostante la struttura.

Non dimentichiamo la vicenda del compagno Alfredo Cospito e lo sciopero della fame che ha intrapreso tra ottobre 2022 e aprile 2023 come forma di lotta per la sua e nostra battaglia contro il 41 bis, l’ergastolo ostativo, il carcere e le sue torture, lo Stato e la società che lo alimenta.

Proprio il sistema di detenzione di massima sorveglianza e isolamento del 41 bis è oggi anch’esso espressione di un clima di guerra permanente, che abbiamo iniziato a combattere su tanti fronti, a fianco di Alfredo l’anno scorso. Questo tipo di detenzione (simile a quella delle carceri sioniste in Israele), dichiarato un “sistema di detenzione torturante e inumano” perfino dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, viene ampiamente applicato in Italia nei riguardi di prigionieri “non collaboratori con la giustizia”, cioè non addomesticabili, non ravvedibili. Poco prima, in scala gerarchica, esistono le sezioni di AS2 (Alta Sicurezza 2), dove sono rinchiusi anche Anan, Alì e Mansour, compagni e nostri fratelli della Resistenza Palestinese che hanno combattuto per la libertà del loro popolo, che tanto ha da insegnare a chi gioca alla ribellione a colpi di schede elettorali e raccolte firme referendarie, a chi pensa alla “soluzione dei due Stati” (Israele e Palestina) non conoscendo o, peggio, non considerando, il pensiero e la necessità di un popolo depredato, stuprato della sua terra, ogni giorno annientato, della Palestina.

A noi il compito di stanare i responsabili di casa nostra, di spezzare le relazioni tra lo Stato italiano e i massacratori del Popolo Palestinese.

L’unica svolta attuabile e sensata è l’unione dei popoli sottomessi, degli sfruttati contro gli sfruttatori, contro i guerrafondai, i colonizzatori fascisti e sionisti che con la forza si sono conquistati il diritto di essere padroni del mondo intero.

Non ci sarà mai pace senza aver vinto la guerra contro questi, senza aver decolonizzato la Palestina tutta.

Nella tempesta della tendenza strutturale alla guerra, le forze in campo dimostrano ogni giorno di più il loro carattere contingente. La NATO si sta impantanando in Ucraina, l’Africa ribolle, il commercio mondiale è messo in crisi da uno dei paesi più poveri della Terra, le basi militari USA sono colpite da formazioni di resistenza in varie parti del mondo. Per questo la repressione contro i migranti e contro i/le compagni/e avanza. Per questo i piani di riarmo, gli annunci di arruolamenti di massa, la censura che getta ogni maschera. Rivoluzione o guerra, questo è un concetto che è già dentro la storia dell’umanità, che per quanto possa sembrare strano, potrebbe preservare delle vite umane.

Anche per questo non cesseremo mai di dire a gran voce “viva la Resistenza Palestinese, viva la rivolta, viva la Palestina libera”.

Contro la guerra globale, sì alla diserzione e al sabotaggio contro tutti gli Stati e tutte le guerre dei padroni.

Al fianco di Anan, Alì, Mansour e di tutti i compagni e le compagne che lottano con la propria vita contro questo cancro mondiale che si chiama dominio, distruzione e morte.

Anarchici e anarchiche di Bergamo per la Palestina Libera

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Ciao, Doriano

Giovedì 18 luglio 2024 dopo una militanza lunga una vita ci ha lasciato l’amico e compagno Doriano, presente in mille lotte, iniziative sociali, culturali e politiche, perchè credeva che la società potesse essere cambiata in senso libertario con l’impegno in prima persona ed il mutuo soccorso. Sicuramente il suo ricordo rimarrà sempre con noi.

Compagni anarchici di Bergamo del Collettivo Freccia Nera / Spazio Anarchico Underground che con te hanno condiviso il percorso di vita. Ciao, Doriano.

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Pizzata in ricordo di Gaetano Bresci

Vogliamo ricordare il 29 luglio 1900, data in cui Gaetano Bresci sparò a Monza – in occasione di una visita ufficiale organizzata da circoli piccolo-borghesi – al re Umberto I uccidendolo, per vendicare le centinaia di proletari trucidati sui selciati delle strade italiane, che chiedevano pane e condizioni di vita meno inumane. Trucidati dalle forze militari e poliziesche al comando del criminale generale Bava Beccaris, che proprio su ordine del re e del governo, non esitò a sparare sulle folle inermi di proletari milanesi con i cannoni, venendo perfino decorato per tale ripugnante condotta. Ricordare la storia per non farsi abbindolare anche dall’attuale propaganda governativa, che come sempre offre scenari rosei, mentre immense risorse vengono sperperate e scenari cupi di guerra si prospettano all’orizzonte…..

Ci ritroviamo per tutto ciò in compagnia a Lonno di Nembro per una pizzata.

Domenica 28 luglio 2024, alle ore 13.

Costo pizza 15 €, quale sottoscrizione, vino offerto dalla pizzeria “Alba”. 

(Birre, liquori, dolci, caffè, eventuali altri extra ognuno se li paga a parte)

Si ringrazia chi vorrà contribuire ulteriormente.

La sottoscrizione raccolta verrà utilizzata per attività di solidarietà libertaria.

Prenotarsi alla pizzata via mail a: underground@inventati.org

oppure telefonare direttamente in pizzeria 035 51 50 19.

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28 giugno 2024: presidio per la Palestina davanti al comune di Bergamo

Posted in Comunicati/volantini, General.


25 aprile: corteo antifascista con la resistenza palestinese

Questo 25 aprile, come ogni anno, sfileremo in un corteo antifascista cittadino, ponendo in risalto quanto sta accadendo in Palestina, a Gaza, in Cisgiordania e caratterizzeremo il corteo schierandoci con la Resistenza del Popolo Palestinese, sottoposto a massacro dal governo sionista di Netanyahu e dall’esercito israeliano.

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